Freaks

 

Questo film dovrà essere più orribile di tutti gli altri. (Irving Thalberg)

 

I film sono la mia grande, insana, irragionevole passione. Ho iniziato prestissimo a farmi viaggi di sola andata senza biglietto di fronte allo schermo al buio. Da bambino ogni domenica ero al cinema a vedere i cartoni animati e tutti quei film dei “cazzottoni e sberloni gratis”, i film del “Duca” e tutto quello che la censura mi permetteva di vedere. Mi ricordo benissimo (ma forse la memoria è una cosa fallace, sapete?) una sera in cui al cinema all’aperto (non esistevano più quelle meraviglie chiamate Drive In) veniva proiettato Un lupo mannaro americano a Londra. Ovviamente mia madre me lo aveva categoricamente vietato, ero un bimbetto (un cinno, come si dice qui a Bologna) e non aveva certo voglia di venire a tenermi la manina con la luce accesa una volta a letto. Io riuscii ad eludere la sua sorveglianza, perché si da il caso che quella sera fossi fuori con lei e dalle finestre del bar in cui eravamo con le sue amiche si vedeva benissimo lo schermo. Quello che vidi segnò il mio immaginario, ma non in negativo, come lei temeva; mi insegnò che il Meraviglioso a volte passa attraverso il Mostruoso. Fu perturbante vedere la trasformazione del povero David Naughton: era doloroso, mi sembrava di sentire i peli uscirmi dalle orecchie e la pelle tirare. Ero stato conquistato non dalla paura ma da quel senso di Morbosa Curiosità che colpisce tutti (si, carini, tutti, non mentite al Capo…) di fronte a qualcosa che devia la norma.

Oggi, io e voi, parleremo proprio di questo. Non del  film culto di Landis, ma di tutto quello che passa attraverso il concetto di Normalità/Diversità. E lo faremo grazie al film più strano, poetico, perturbante e meraviglioso di tutta la storia del cinema.

A volte succede che un film diventi altro da sé. Che perda il suo status, quello per cui era stato fatto. Capita che diventi un film maledetto. Può essere, come per Apocalypse Now e  Poltergeist, a causa della  scia di morti che si portano dietro. Come per le comiche di Fatty il Ciccione Principe delle Balene e la piccola Virginia oppure come per l’opera di quel porco Unno di Stroheim. Questo film è maledetto per altri motivi.

E’ uno dei film più strani di tutta la storia del cinema. Venne realizzato nel 1932 alla MGM da Tod Browing, che solo l’anno prima aveva diretto il grandissimo Bela Lugosi in Dracula per la Universal. Thalberg, il potentissimo produttore, voleva qualcosa che fosse ancora più terrificante, voleva competere in mostruosità e terrore. Tratto dal racconto di Tod Robbins intitolato Spurs, Freaks, doveva essere, almeno nelle intenzioni dei produttori, un film horror con tutti i crismi. Le cose però non andarono esattamente come progettato dalla MGM.

La trama è un classico del Noir: il nano Hans, fidanzato con la piccola Frieda s’innamora della bellissima trapezista Cleopatra, la quale accetta di sposarlo appena scopre che l’uomo ha ereditato una grossa fortuna. D’accordo con l’amante Ercole, il bel forzuto del circo, cercano di avvelenarlo. Quando Hans lo scopre la vendetta dei Freaks non si fa attendere: durante una tempesta mutilano la donna trasformandola nella “Donna Gallina” e castrando Ercole, che diventa un bolso eunuco che canta in falsetto.

Quando Leon Gordon e Willis Goldbeck portarono il primo trattamento  a Thalberg questi ne fu impressionato, in tutti i sensi. Sentiva che sarebbe stato davvero “il più terrificante di tutti”: Tod Browning pero’ cambio’ le carte in tavola. Decise che avrebbe mostrato qualcosa che fino ad allora non si era mai visto. Nel 1927 aveva diretto Lon Chaney in The Unknown, dove interpretava un artista circense spagnolo, Alonzo,  che fingeva di essere senza braccia, che si faceva chiamare Armless Wonder e Jhon Gilbert in The Show, altro film  a tema circense. Ma le somiglianze finiscono qui. Browning era uno spirito libero e a volte la libertà si paga, amaramente.
Per molti anni visse nei circhi, conoscendo da vicino il mondo dei Side Show, quello delle fiere itineranti dove il Meraviglioso  prende la strada del Mostruoso. Voleva mettere in scena la quotidianità del diverso, la vita normale di chi normale non lo era. Vite straordinarie, non solo per l’evidente difformità dalla norma, ma vite straordinarie di persone che hanno capito fino in fondo il senso della vita stessa; quelle vite che, i cosiddetti sani, (prendendo a prestito Eric Fromm) definiscono inusuali, non ordinarie. La vita di chi deve combattere contro il pregiudizio, la paura, la curiosità morbosa che li accerchia, li costringe loro malgrado, ai riflettori. Perché quando nasci con una tara inevitabilmente tutti ti considereranno come un Mostro. Tutti ti guardano non sempre di sottecchi, con occhi morbosi ti osservano, cercando di scrutarti dentro, per capire se la tua tara è anche morale. E qui inizia il dilemma che da sempre interroga la mente più curiosa: ovvero la Bellezza/Bruttezza come marchio infamante,  inevitabile  pietra di paragone con le vite degli altri.

 

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E’ una bambina! La prossima volta mi impegnerò di più….

 

la bellezza è sinonimo di salute, bontà e rettitudine; la bruttezza al contrario è la tara della malattia, della cattiveria e della devianza. Non esiste un compromesso capace di rendere labili i confini tra i due schieramenti, non è possibile. Lo stesso Browning col film The Unknown ci dice questo, perché Alonzo, l’uomo senza braccia è in realtà un impostore che finge di essere deforme, ma in realtà è solo un delinquente in incognito. Spesso accadeva che persone perfettamente “sane” (vedete? La parola è più potente della spada) fingessero di avere tare fisiche per poter lavorare in Show itineranti; Alonzo è un “mostro” che finge di essere un Mostro, per nascondere la sua vera tara, che non è fisica, bensì morale.

I Freaks del film Freaks invece sono tutt’altro: sono creature meravigliose, figlie di dei solo in apparenza crudeli. La custode dei Freaks è Madame Tetrallini, la “mamma” che li coccola e li tratta come bambini. All’inizio del film il proprietario di un terreno li vuole cacciare, perché li scopre a fare il bagno nel suo lago, ma appena lei fa notare che sono “innocenti come bambini” l’uomo si convince e li lascia divertire, perché Madame li porta fuori per svagarsi. Lei li ama per quello che sono e non quello che sembrano. Sono i figli prediletti perché inconsapevoli, delicati come solo i doni preziosi possono essere.

 

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Sono tutte creature di Dio….

 

Ci sono il meraviglioso Jhonny Eck, l’ Half Boy, nato senza gambe, ma grande fotografo e mago, Le gemelle Daisy e Violet Hilton, bellissime gemelle siamesi ballerine e musiciste, il Principe Randian, che nonostante sia senza arti fa cose eccezionali, Schlitzie, il Pinhead dalla sessualità incerta ma grande ballerino, i fratelli Harry e Daisy Earl, affetti da acondroplasia e attori. Ci sono altri Pinhead, Koo Koo la donna uccello “The blind girl from Mars”, affetta da una strana deformità fisica. Vengono mostrati nella loro quotidiana Normalità, mentre fanno tutto quello che fanno le altre persone.

 

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Browning e i suoi ragazzi speciali

 

Mentre il crudele inganno dei due terribili amanti si dipana, riusciamo anche a sorridere e a provare sollievo. Vediamo la Donna Barbuta partorire una bimba avuta con lo Scheletro Umano, le vicende al limite dell’esilarante/perturbante delle gemelle Hilton, che hanno fidanzati agli antipodi e che “si augurano potranno andarsi a trovare per cena,  qualche volta”, il clown Froso innamorato della bella Venus la domatrice che al contrario degli altri sono amici dei Freaks e li difendono. Non vediamo mai lo spettacolo e il suo pubblico, tutta la vicenda si svolge nei carrozzoni e dietro le piste, nel mondo segreto condiviso dagli abitanti di un mondo fatto di magia, libertà ed esotica attrazione, sappiamo che hanno un grande successo, ma questo a noi non interessa. Quello che conta è sapere che esistono qui e ora, che anche loro hanno un codice morale che in fondo non differisce dalla norma e che lo metteranno in atto.

 

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spero che verrete a cena da noi, qualche volta…

 

Credo fu questo a condannare a maledizione perpetua questo meraviglioso film.
L’idea di una vita normale, quotidiana, comune e semplice, come quella di tutti gli altri americani, di persone nascoste nel buio dei Side Show, persone che per vivere si mettevano in mostra nei tendoni del circo e che vivevano ai margini della società. Vedere tutta quella devianza fu troppo per Thalberg e per il pubblico, che ne decretò il totale insuccesso; la censura fece il resto tagliandone oltre trenta minuti e sino agli anni 60 nessuno lo vide più. Il Festival di Cannes lo riportò fuori dal buio del tendone del circo influenzando poi tantissimi altri lavori, anche extra cinematografici. Penso a David Bowie, (che di stranezza e di devianza ne sapeva qualcosa) ai Ramones, all’indimenticabile Jhonny Freak seguito poi dal Cuore di Jhonny di Tiziano Sclavi.

Forse fu davvero troppo vedere la Vendetta dei Freaks nei confronti della bella Cleopatra, che non accetta il “Gobble, gobble, una di noi!”, che non vuole saperne di entrare a far parte della loro famiglia che non è di sangue, ma di comunanza nell’amore. E non è poco, non è per tutti. Cleo è l’algida bellezza calcolatrice che con l’amato Ercole cera di uccidere il marito per ereditarne i beni appena ereditati, la fredda e spietata moglie assassina insensibile. Li deride durante il banchetto di nozze e li umilia definendoli Mostri; non fa nulla di diverso da quello che avrebbe fatto al tempo chiunque altro.

Il concetto di Bello/Brutto qui si trasforma, vivendo in più piani diversi. La Bellezza dei protagonisti “sani” coincide con la Bruttezza delle loro anime nere e dissolute. La Bellezza dei Freaks invece non è apparenza, ma sostanziale non adesione ai modelli imposti dalla società, che li crea e li distrugge, ma a loro non importa, perché la  scala di valori impone loro la lealtà dell’amore incondizionato.

Ancora oggi, nel terzo millennio,  la Bellezza e la Devianza si scontrano: basta pensare a quanto tutti i giornali indugiarono morbosamente sull’omicidio della povera (e biondissima) Reeva Steenkamp ad opera di Oscar Pistoruis, il Fenomeno (da baraccone) biamputato che le ha sparato mentre era in bagno. Tutti i giornalisti hanno indugiato con gioiosa crudeltà sul fatto che Pistorius strisciava sulle gambe senza le protesi quando l’ha uccisa. Come i Freaks del film che nel fango strisciano per mutilare la bella bionda crudele. E’ stato inevitabile non fare un confronto. E’ stato inevitabile non notare come i mass media indugiassero sul rapporto Bella/Bestia, sul fatto che Pistorius fosse un fenomeno, non tanto per le sue doti sportive ma per le sue menomazioni fisiche. Ancora oggi.

Qui non ritroviamo la banale edulcoratezza hollywoodiana, non c’è spazio per il politicamente corretto ed accettabile; Browning con chirurgica ed asettica coerenza ci mostra qualcosa che dovrebbe spaventarci, ma che non lo fa, perché il piano del perturbante si mescola con quello del dubbio. Non è più possibile vedere con gli stessi occhi la bellezza di Cleo, che è talmente brutta da essere deforme dentro, di quella devianza che ci toglie il sonno. Al contrario di Hans, il piccolo marito preso in spalla dalla moglie durante il banchetto di nozze; provi empatia completa con quel bellissimo nano biondo, che tanto sembra un bambino vestito da uomo; è allo stesso tempo perturbante proprio per questo motivo: Hans è un uomo/bambino, essere indifeso ma allo stesso tempo più forte di Ercole. Ha una rete familiare alle spalle, con una scala di valori e un senso della giustizia.

L’orrore dovrebbe essere dato dalla devianza dei Freaks, in realtà il vero orrore è dentro la fallace bellezza, dentro una società dell’apparire che Browning dipinge impietosamente, e che a sua volta gli si rivolterà contro. Verrà accusato di sfruttamento dei diversi tanto quanto i circhi. Il suo film condannato all’oblio. La sua carriera finita. Ma nonostante tutto Freaks ritornerà dal suo oblio, forse meglio di prima.

Se vi capita, guardatelo. Non solo vi arricchirete come cinefili, ma anche come persone. Nonostante le mutilazioni, i graffi e le offese questo film è ancora potente; si capisce che mancano dei pezzi, ma la sua forza è ancora dirompente, la potenza del messaggio, la bellezza della sua (perturbante) poetica è inalterata, nonostante le menomazioni fisiche. Freaks non è solo un film, ma un’esperienza necessaria a chiunque voglia capire e credere che la devianza non sempre è una tara fisica.

Questo film è un inno all’anarchica gioia  dell’insostenibile leggerezza dell’essere. Un canto di felicità senza regole alla vita. La storia di persone meravigliose nonostante tutto.Amatela e vivetela, questa strana vita, perché capita una sola volta….

Un omaggio da parte del grandissimo Mike Patton e il suo project Mr. Bunlge….. buon ascolto!

 

 

 

 

 

Categorie: Cinema, Cinematografo

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