It was good while it lasted…
Ci sono storie che ti lasciano di stucco. Storie così nere e cupe da farti domandare se per caso non stai avendo un incubo dopo aver fatto indigestione di ciliege. Storie talmente assurde da sembrare false.
La storia che sto per raccontarvi appartiene a queste categorie, e vi giuro col cuore in mano, vorrei tanto fosse finta.
Se fosse un film (horror) sarebbe vietato ai minori di diciotto anni; peccato che non è un film e molti minori questo brutto film lo hanno vissuto sulla propria pelle.
Si parla di sesso, droga e rock’nroll ma non consenziente tra un uomo adulto, famoso e potentissimo e bambini, bambine, ragazzini, anziani, giovani sbandati, malati, inservienti, cadaveri e chissà cos’altro ancora; solo a pensarci mi vengono i brividi.
Questa è la (bruttissima) storia vera del più famoso dj del Regno Unito, Jimmy Savile e della sua perversione sessuale verso tutto ciò che si muove, non si muove e soprattutto non è d’accordo con le sue avances.
Savile, nativo di Leeds, divenne uno dei più influenti e famosi dj e presentatori della BBC e nel 1962 ricevette la prima accusa di molestie, abilmente insabbiata e fatta passare nell’oblio, come se nulla fosse mai accaduto. I dubbi sulla sua condotta andranno avanti paralleli alla sua ascesa stellare, senza peraltro spegnerne la stella, fino alla sua morte e oltre.
Fu il primo a passare dischi in televisione, presentò Top of the pops dal 1964 e poi dal 1975 al 1994 il suo più famoso show, Jim,ll fix it dove “realizzava” i desideri degli spettatori, spesso ragazzini. La BBC lo considerava il suo uomo di punta, venne insignito nel 1971 del titolo ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e nel 1990 il papa lo fece cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno. Vi giuro che il mio (sarcastico e caustico) pensiero è andato immediatamente allo scandalo pedofilia della chiesa cattolica, ma anche se può sembrare impossibile Savile è riuscito ad andar oltre. Era volontario presso diverse strutture ospedaliere, soprattutto all’ospedale di Broadmoore, allo Stoke Mandeville Hospital e al Leeds General Hospital, dove poteva davvero andare dove gli pareva, peggio del direttore generale.
Savile era una feccia travestita da simpatico ed atletico filantropo che ha potuto abusare impunemente dei pazienti e dei dipendenti delle strutture in cui nascondeva il suo schifoso didietro. La cosa che più mi disturba è che lo scandalo è uscito alla luce del sole solo dopo la sua morte avvenuta nel 2011, più precisamente dopo che un documentario in cui veniva accusato di molestie non venne trasmesso dalla BBC in quanto il canale lo considerava “flawed” (imperfetto). Gli special natalizi invece tributarono tutto l’ossequioso rispetto verso questo grande e gentilissimo gentiluomo, come e meglio di un qualsiasi membro della regal famiglia.
Jhonny Rotten nel 2014, durante un’intervista con Jon Snow dichiarerà con disgusto di essere stato “bannato” (parola amata da tutti i socializzatori virtuali!) nel 1978 perché aveva detto chiaro e tondo che tutti gli artisti che si recavano in pellegrinaggio a Top of the pops sapevano dei suoi gusti sessuali; il clima era questo. Rotten se ne doveva rimanere nel suo vomito di punk ma Sir Savile aveva accesso a tutti i meandri della coscienza collettiva dei britannici, poteva dettar legge e bere il thé con Margy e la regina madre come un’allegra comare di Windsor qualsiasi. (anche se ad essere sincero non ce lo vedevo il buon Jhonny a bere thè a palazzo…) Addirittura un suo nipote all’epoca minorenne, negli anni sessanta, lo beccò a Londra in atteggiamenti più che mai sospetti accompagnato dal suo parroco (si,maliziosi, cosa credevate? Che andasse solo?) mentre si accompagnava con bambini. Ma come egli stesso disse: negli anni sessanta i pedofili non esistevano, non se ne parlava… già, non esistevano perché nessuno ne parlava.
La bufera si abbatté ovviamente anche sulla BBC, che respinse prontamente le accuse, ma ormai il danno era fatto.
Non era il primo a subire accuse di molestie in Inghilterra: Gary Glitter, Ray Teret, Cliff Richard, Freddie Starr, Sir Cyril Smith, Rolf Harris, Max Clifford, Dave Lee Travis…. la BBC aveva il suo bel daffare, ma anche lo Scacchiere, le case discografiche, insomma lo Show Biz d’oltremanica era al pubblico ludibrio. L’impero dove non tramonta mai il sole stava subendo l’eclissi totale di sole più grave dai tempi di Jack lo Squartatore e doveva comunque tirare avanti la carretta, nonostante il pantano melmoso in cui era finita. I giornali scrissero che il dj non solo documentava con macabre fotografie le sue scorribande sessuali con i cadaveri, ma che addirittura collezionasse gli occhi finti tolti dagli stessi. I vertici degli ospedali o non sanno nulla oppure si arrampicano sugli specchi. L’inchiesta non è ancora conclusa, è diventata alta come il Ben Nevis e più costosa di una Rolls Royce Phantom; ma nessuno sembra divertirsi molto. Soprattutto gli inglesi.
Sir Savile era diventato più importante degli stessi musicisti che presentava e lanciava settimanalmente, il suo aspetto eccentrico aveva contribuito a renderlo simpatico a tutti (almeno credo…), era un filantropo che organizzava eventi sportivi di beneficenza a cui poi partecipava con entusiasmo. Ogni settimana entrava nelle case di milioni di suoi concittadini…. e quando le luci degli studi si spegnevano si insinuava sulla pelle prima, e poi negli incubi di centinaia di ragazzini spesso adoranti, come il peggior essere notturno, il figlio maledetto di Gilles De Rais, lo spauracchio che ti toglie il fiato e contro cui sai di non poter combattere, perché tu sei solo un povero sconosciuto dinnanzi a un potente satrapo bavoso che con una sola parola può zittire qualsiasi corte.
E’ stato bello finché è durato, ecco l’epitaffio a una vita scellerata messo sulla lapide, a ricordo di scorribande fetide e senza futuro, posto con crudele calcolo o con beffarda ingenuità. I funerali che gli vennero tributati erano simili a quelli di un capo di stato, e al suo passaggio il feretro veniva omaggiato da folle in lutto, che nel giro di una notte cambiarono repentinamente, gettando nel panico un’ intera nazione.
Al cimitero di Leeds verrà messo un vero e proprio monumento funebre in onore dell’amato concittadino…
Il beffardo e ignobile omaggio verrà però eliminato nella notte senza troppo clamore dopo che le accuse vennero fuori come un fiume dall’argine rotto, forse anche per evitare atti (gratuiti e giusti) di vandalismo estemporaneo. Quella lapide era davvero troppo, di pessimo gusto e offensiva verso chi aveva sofferto per mano sua.
British horror story. Non mi viene in mente altro modo per definire la vicenda (che poi è anche il titolo di un docu andato in onda nel 2015 sul canale Sky Crime Investigation) di uno che aveva già tutto quello che voleva ma che non gli bastava e si è dovuto prendere l’innocenza di chissà quanti ragazzi, innocenza persa per sempre nel fumo del suo immancabile sigaro e che nessuna corte potrà mai ridare loro indietro. Quello che mi chiedo è come sia possibile avere una tal connivenza a guardarti le spalle, come sia possibile che nessuno, nonostante i dubbi, abbia mosso un dito. Il potere della chiesa e della televisione ad insabbiare? Non lo so. Sarebbe facile sparare a zero, talmente facile che già lo hanno fatto tutti… forse, e dico forse, non è solo la connivenza e l’abitudine di questi personaggi a tali pratiche. Il nipote di Sir Savile dice una cosa si capitale importanza: all’epoca nessuno parlava dei pedofili. Ecco cosa mi colpisce: è facile dare la colpa (che peraltro hanno in pieno) solo alla chiesa ed alla televisione, queste sono solo due (potentissime) parti di un tutto più complesso che comprende la società, la nazione, il concetto di infanzia, la morale, il senso comune, i tabù sessuali, l’immensa ipocrisia di tutti. Ipocrisia cancerogena che rende ciechi, sordi e muti davanti a tutto quello che fa davvero paura a tutti. Ipocrisia maligna che striscia perché le cose rimangano come sono. La pedofilia è un tema talmente complesso da non lasciare scampo; i mass media mettono in scena ogni giorno la ricetta per il disastro, ma non è solo colpa loro. Personaggi come Sir Savile continueranno il loro disgustoso giochino finché noi glie lo permetteremo, finché non ci renderemo conto, come nazioni civili, che non possiamo continuare a considerare l’infanzia come si faceva nel’età vittoriana, ma che i bambini e i ragazzi devono poter sognare e giocare, per prepararsi alla vita adulta. Sarebbe bello, da parte dei grandi, permettere loro di rimanere tali…
Categorie: Grammofono, Personaggi, Televisione
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